Venezia, 1983
Consulente in ambito relazionale, specializzata nella gestione delle problematiche maschili nei rapporti con le donne.
Esperta negli ambiti della comunicazione, crescita personale, relazioni interpersonali.
Se pensi di aver bisogno di un aiuto face-to-face, personalizzato in modo specifico sulle tue problematiche, al fine di imparare a stare meglio con te stesso, con gli altri e soprattutto con lo scopo di migliorare il tuo rapporto con le donne, puoi richiedere una consulenza personale immediata. Possiamo sentirci telefonicamente e stabilire assieme un calendario di incontri, anche tramite video Skype o Whatsapp, per risolvere i tuoi problemi.
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Tutti gli articoli scritti da Daniela Coin
Nel 2005 inizia ad interessarsi a percorsi di crescita personale, comunicazione e a tutte le pratiche di medicina alternativa e psicosomatica.
Dal 2006 partecipa ai corsi del Principio PneumoPsicoSoma presso Usiogope Srl (VE) con docenti Paolo Spoladore e Raffaele Migliorini (tematiche: comunicazione, psicosomatica, meditazione).
In seguito partecipa ad alcuni corsi e percorsi formativi aventi le seguenti tematiche: riflessologia olistica plantare; metodo Tomatis; fiori di Bach; freewalking; fisiognomica; terapia verbale; metamedicina e psicosomatica; PNL; coaching.
Dal 2012 inizia ad interessarsi di alchimia trasformativa, evoluzione personale, risveglio della macchina biologica e lavoro su di sé, seguendo i corsi di Salvatore Brizzi e studiando i vari maestri quali Alice Bailey, Gold, P.D. Ouspensky, G. I. Gurdjeff ma anche Eckart Tolle, Jiddu Krishnamurti, Osho.
Nel 2013 tiene un corso come relatrice insieme a Salvatore Brizzi dal titolo “Ottenere il Benessere Fisico attraverso l’Apertura del Cuore” (Mestre Venezia).
Nel 2013 si diploma presso la scuola di Naturopatia Efoa University (Verona).
Nel corso del suo percorso di crescita personale è stata allieva e collaboratrice del maestro Marco Canestrari dal 2010 al 2014 (Roma).
Nel 2015, dopo aver appurato di riuscire ad essere di enorme aiuto nell’ambito della crescita personale e delle relazioni uomo-donna, scrive “Vero Uomo – L’uomo che le donne desiderano” ed inizia a tenere corsi e consulenze private rivolte alla coppia e in particolare a tutti gli uomini che desiderano affermarsi nella vita e migliorare il loro rapporto con le donne, acquisendo fiducia, sicurezza, padronanza della propria persona e del modo di creare e gestire i rapporti con l’altro sesso.
Cinema e teatro, musica, arte, architettura, arredamento, restauro, vanlife.
È una domanda legittima, che mi hanno fatto in tanti, ed è giusto che io lo spieghi affinché la vostra fiducia in me sia sincera e in modo tale che non vi rimangano grossi dubbi che vi inibirebbero la comprensione del testo.
Sono nata femmina, un po’ come Lady Oscar, quando invece mio padre voleva un maschietto. Fin da piccolina ho cercato quindi di impersonare al meglio la parte del figlio maschio e questo mi ha portata ad avvicinarmi moltissimo all’altro sesso, a crescere giocando coi maschietti, a parlare con loro, a conoscere tutto della loro vita, anche intima. A otto anni sedevo in mezzo a bambini che si masturbavano, scoprendo il loro corpo, e non mi sembrava che ci fosse proprio niente di strano. Mi sentivo a mio agio. Parlare con loro, giocare con le macchinine, invece che pettinare le bambole con le ragazzine che volevano essere mie amiche, mi sembrava molto più sensato.
Mi sentivo parte di una realtà che mi accettava così com’ero quando, invece, le femminucce erano sempre e continuamente in competizione tra di loro.
Io le guardavo e pensavo che avrei voluto essere un maschio. Mi comportavo quindi di conseguenza e gestivo i miei rapporti, anche a scuola, coi cugini e dovunque mi trovassi, quasi solo ed esclusivamente coi bambini maschi. Guardavo le bambine e pensavo che non c’entravo nulla con quella realtà.
Crescendo, però, con lo sviluppo, ho dovuto per forza di cose riprendere il mio ruolo di femmina. Avevo le tette, ero anche una bella ragazzina, e non potevo più giocare coi maschietti senza incorrere in inconvenienti legati al sesso. Era complicato però legare con le ragazze, così non lo feci. Per un po’ ci provai ma non ci riuscii molto bene. Guardavo i miei amici maschi e mi accorgevo che con loro avevo qualcosa da dire, che mi interessava sentirli parlare. Guardavo le femmine e mi rendevo conto che non avevamo nulla da condividere. Allora seguivo il calcio, il rugby, giocavo a basket e a tennis, andavo a pesca; seguivo mio nonno e mio padre mentre eseguivano lavoretti a casa. Passavo il tempo con gli animali, da sola o in compagnia di mio cugino e vicino di casa.
Però non ero un uomo, nonostante sognassi di diventarlo, ed era abbastanza logico che, prima o poi, mi sarei trovata a dover operare una mutazione. Non di sesso ma interiore.
Intorno ai quattordici anni scoprii un buon metodo, rapido e piacevole, per essere amica degli uomini ed essere da loro accettata: fidanzarmici.
Ovviamente non accadeva con chiunque ma spesso le amicizie mi portavano a spingermi oltre evolvendo in fidanzamenti vari ed eventuali. Però non era la stessa cosa: essere fidanzata con gli uomini mi imponeva, per logica, di essere donna, cosa che a me non riusciva molto bene. Non mi riusciva perché mi rendevo conto che, quasi sempre, ero più uomo io di loro. Avevo più carattere io di loro. Avevo più polso io di loro. E per quanto mi rendessi perfettamente conto che la mia attitudine maschile fosse fuori luogo, quindi troppo prepotente se inserita nel corpo di una donna, allo stesso tempo mi rendevo conto che la padronanza di sé che avrebbero dovuto avere i ragazzi con cui avevo a che fare, era davvero scarsa. Le loro attitudini femminili erano eccessive, le loro paure erano evidenti e più grosse delle mie. Erano le loro debolezze a spingermi a mantenere un ruolo dominante; era la loro mancanza di spina dorsale a non lasciarmi andare all’essere donna.
Fu crescendo, e continuando a osservare nel tentativo di comprendere quanto fossi sbagliata io e quanto lo fossero gli altri, che mi trovai a frequentare, per brevi o lunghi periodi, anche ragazzi che non avevano di questi problemi. Erano uomini integri e posati, che sapevano gestire la loro vita in un buon equilibrio, sia pratico che mentale che sentimentale. Sapevano amare, divertirsi, essere seri quando la situazione lo richiedeva; non avevano paura di rischiare, di vivere, e sapevano quando era il momento di ridere e quando quello di essere seri; quando era il momento di essere dolci e quando quello di essere decisi. Non erano perfetti a 360° ma erano sicuramente dei veri uomini in grado di prendersi cura di sé stessi e di proteggere una donna.
Osservai così a lungo questi uomini, soprattutto frequentandoli, e così a lungo quegli altri tipi di uomo, uscendoci, parlandoci e confrontando il loro stile di vita, i loro errori, le loro paure e i loro fallimenti, le loro sicurezze e i risultati di ogni loro atteggiamento, che arrivai così a comprendere quali fossero gli errori più comuni e diffusi che compivano e quali fossero, invece, gli atteggiamenti auspicabili da mantenere per ottenere equilibrio e forza, senza compromettere l’amorevolezza.
Pensai quindi che creare un manuale che desse delle direttive abbastanza precise ai maschietti in difficoltà potesse essere un ottimo aiuto e guida e così lo feci e questo ne è il risultato.
“Ti sfido a rimetterti in gioco. Che tu ci creda o meno, puoi scegliere di cambiare e di permettere ai miracoli di entrare nella tua vita!” Joe Vitale
Il punto è questo, ci sono due possibilità:
Io voto per la seconda opzione! E tu?
Copyright ©2015 Daniela Coin
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